Scherma e disabilità, le regole per lo sport adattato
Grazie anche a Beatrice Vio gli italiani sanno bene che anche la scherma può essere facilmente adattata anche ad atleti amputati o in carrozzina. La scherma si presenta come più semplice di altri sport paralimpici nei termini della classificazione.
Lo scherma è uno sport estremamente divertente che, sebbene sia sostanzialmente individuale, permette di mantenere un buon contatto con il gruppo di schermitori, favorendo la socializzazione tra persone affette da disabilità simili tra di loro.
scherma in carrozzina: la storia
La storia della scherma in sedia a rotelle è iniziata in Inghilterra del 1954 quando Ludwig Guttman, un appassionato schermitore, ha eseguito una dimostrazione contro un avversario paraplegico della Spinal Unit a Rockwood. Da lì è nata l’idea di lavorare con i soldati che avevano perso gli arti durante la Seconda Guerra Mondiale. Già l’anno successivo veniva lanciato l’ International Stoke Mandeville Games e nel 1960 era già stata introdotta nei giochi paralimpici di Roma.
Categorie
Nella scherma in carrozzina, esistono due classi, la classe A definisce gli atleti che hanno una capacità di movimento completa del tronco, mentre la classe B definisce gli atleti che presentano limitazioni nel movimento del tronco.
Come funziona?
La scherma adattata richiede che gli atleti duellino con le loro sedie a rotelle ancorate a terra. Le sedie non devo essere rigide e devono essere alte 53 centimetri, con uno schienale di almeno 15 centimetri di altezza, posizionato a 90 gradi (con alcune eccezioni). Il bracciolo sul lato opposto deve misurare almeno 10 centimetri.
La lunghezza dell’area di scherma viene decisa prima dell’inizio del duello, in base alla distanza scelta del concorrente con il minimo allungamento con un braccio esteso. Come nella scherma tradizionale gli atleti utilizzano le medesime protezioni.
Nella scherma tradizionale gli atleti sono tenuti a segnare 15 tocchi, nella scherma adattata il vincitore vince a 5 tocchi.
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