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corse automobilistiche e disabili

Piloti disabili e donne, l’esempio di Nathalie McGloin

Nathalie McGloin e le corse automobilistiche.

Corse automobilistiche e disabili: Nathalie McGloin è una pilota Porsche che guida grazie ad un’automobile adattata. McGloin, che proprio a causa di un incidente automobilistico ha perso l’utilizzo delle gambe ora ha trovato nell’automobile un nuovo scopo di vita.

L’associazione

Nathalie è presidente della commissione FIA Disabiliy and Accessibility che ha lo scopo di far arrivare lo sport anche nel mondo disabile su quanti più livelli possibile. All’interno dell’associazione, anche grazie al lavoro di McGloin, la legislazione è stata resa più moderna rendendo possibile ai disabili di gareggiare. L’attività inoltre ha cercato di coinvolgere quanti più appassionati possibili all’interno del mondo sportivo. La questione legata alla sicurezza del guidatore, ovviamente, non è mai passata in secondo piano ed è stata adattata alle esigenze del caso. Le zone buie della legislazione sono state illuminate ed è stato messo in atto un sistema per adattare la auto nel pieno rispetto delle norme imposte.

Corse automobilistiche e disabili

Nathalie può liberamente gareggiare insieme ai normodotati perché l’adattamento realizzato per permetterle di guidare l’automobile non influenza assolutamente le prestazioni, che sono identiche alle auto guidate dai suoi colleghi. All’esterno avviene lo stesso, lo spettatore non è assolutamente in grado di capire quale sia l’auto adattata e quale sia il pilota che non guida usando i piedi. Il motorsport infatti è l’unica categoria sportiva in cui non esistono differenziazioni tra i guidatori disabili e i guidatori normodotati. La stessa pilota spiega che la sua disabilità, quando è dentro la vettura “viene lasciata nel box”.

La visione dell’auto.

Per McGloin la guida della sua vettura è l’espressione stessa della libertà e, come racconta nelle interviste rilasciate durante la sua carriera, il motivo per cui è fondamentale per lei avvicinare quante più persone possibile a questo sport è proprio per la volontà di condivisione di una sensazione così estrema. Si tratta di una contrapposizione che lascia senza fiato, non appena si scopre che è stata proprio un’automobile a togliere alla pilota la possibilità di camminare. Quella tra la donna è il mondo dei motori è stato quindi un rapporto estremamente complesso che però le ha permesso di superare uno dei momenti più difficili della sua vita, dando a lei e alle persone che traggono ispirazione da lei, un nuovo scopo nella vita. Il controllo, spiega la pilota, è ciò che ha cambiato tutto, quando ha avuto l’incidente non era in possesso della patente di guida e non stava guidando, ora invece, mentre ha il controllo della propria vettura si sente decisamente più al sicuro, nonostante le alte velocità possano far pensare al contrario.

Chi può gareggiare?

Chiunque voglia. Le gare non sono aperte solamente a coloro che hanno subito un incidente, ma sono aperte anche a coloro che non hanno mai camminato sulle proprie gambe, purché vogliano guidare.

I prossimi obiettivi

I prossimi obiettivi della pilota riguarda la collaborazione insieme Alla Commissione Woman in Motorsport con l’iniziativa Girls on Track. Il motorsport diventa una piattaforma dove promuovere l’inclusione non solamente dei disabili, ma anche delle donne, che praticano questo sport in modo ancora molto ridotto.

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