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Il morbo di Parkinson cause e sintomi

Il morbo di Parkinson e le sue manifestazioni

Il morbo di Parkinson è una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale, descritta per la prima volta nel 1817 da James Parkinson, che diede il nome alla malattia. Si tratta di una malattia in continuo aumento che ad oggi non ha una cura definitiva. La malattia è cronica e progressiva perché peggiora con l’aumentare del tempo.

Incidenza:

Si stima che i malati siano circa 250 mila casi, in aumento a causa dell’invecchiamento della popolazione. Pare che il morbo di Parkinson colpisca maggiormente gli individui di sesso femminile. L’età media dei sintomi iniziali è di 60 anni, con un incidenza sempre più frequente con l’aumentare degli anni.

Cause:

Il morbo di Parkinson è causato da una degenerazione biochimica legato alla degenerazione cronica delle strutture del sistema nervoso centrale. Abbassa i livelli di dopamina, una sostanza legata al controllo del movimento, causando una progressiva degenerazione della propria capacità di movimento.
Secondo recenti studi pare non ci sia un collegamento genetico e quindi non è ereditaria, sebbene il 25% dei malati abbia un parente affetto dalla medesima malattia.
Il morbo di Parkinson può inoltre presentarsi a seguito di traumi alla testa o di aterosclerosi cerebrale.

Sintomi:

È inizialmente indispensabile capire che non tutti vengono colpiti allo stesso modo e che possono esserci numerose manifestazioni, legate al tipico tremolio. I disturbi del morbo di Parkinson riguardano però principalmente il movimento. Generalmente si presenta tramite un tremore che assume caratteristiche ritmiche alle mani, alle gambe e alla testa, oltre che rigidità al tronco. Oltre al tremore può portare alla perdita di equilibrio e lentezza dei movimenti.

Sintomi simili:

Sintomi simili al morbo di Parkinson sono stati rilevati anche in persone che abusavano di droghe e in una forma di influenza contratta durante l’epidemia del 1918.

Parkinsonismo giovanile:

In alcuni rari casi la malattia si presenta prima dei vent’anni e in questo caso la malattia prende il nome di parkinsonismo giovanile. Contrariamente al normale morbo di Parkinson pare avere una forte incidenza ereditaria ed è particolarmente diffuso per cause ignote in Giappone. Solitamente inizia con dei disordini del movimento.

Evoluzione:

Inizialmente i sintomi sono lievi e presentano un’evoluzione lenta ma graduale. Inizialmente si notano lievi tremolii, difficoltà ad alzarsi, linguaggio lento e facilità nella distrazione. La perdita dell’olfatto è frequente già nei primi stadi della malattia e tra le persone più vicine al malato si inizia a notare l’espressione del volto che cambia, diventando senza espressione. I muscoli legati alla masticazione potrebbero non funzionare e causare accumuli di cibo nella gola, rischiando anche il soffocamento. Possono verificarsi problemi urinari o di stitichezza in quando il morbo di Parkinson colpisce anche il sistema nervoso e i muscoli interessati nell’escrezione. Seguono sintomi come vertigini, pressione alta, crampi muscolari e depressione. Non è possibile per ora prevedere quale sarà il progredire della malattia in un singolo.

La demenza:

In seguito a questi problemi è possibile che si sviluppino vuoti di memoria o forme di demenza, che solitamente si presentano nella fase terminale della malattia. Attualmente non esiste un modo per bloccare l’insorgere della demenza, ma si è constatato che la rivastigmina riduce leggermente i sintomi comportamentali della demenza di Parkinson.

Diagnosi e morte:

Il morbo di Parkinson viene solitamente diagnosticato da un neurologo attraverso la valutazione dei vari sintomi.
L’aspettativa di vita media di una persona con il morbo di Parkinson è la stessa di una persona non affetta dalla malattia. È possibile però che la malattia porti delle complicazioni che possono portare alla morte: cadute, asfissia e polmonite, ad esempio ma in sè il morbo di Parkinson non porta alla morte, infatti il paziente muore con la malattia e non a causa della malattia.

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